La Collina Torinese, pur occupando una posizione quasi centrale nell’ambito della regione piemontese, si innalza in modo netto rispetto alle circostanti zone pianeggianti. Tale diversità di quota, unita alla favorevole esposizione dei versanti collinari abitati, è causa di un andamento termico con escursioni termiche annuali sensibilmente ridotte rispetto a quelle tipiche del clima continentale della Pianura Padana occidentale.

Le differenze più marcate si hanno nella stagione invernale, quando la collina si viene sempre a trovare al di sopra dello strato inversionale che grava sulla pianura: questo determina una forte limitazione del numero e dell’intensità delle gelate notturne (sono rare le minime inferiori ai -5°C), ma soprattutto una quasi totale assenza di nebbie e dunque un elevato soleggiamento in grado di garantire temperature pomeridiane decisamente miti. Le giornate di ghiaccio sono piuttosto rare e, diversamente dalle zone pianeggianti, si verificano quasi sempre solo in occasione del passaggio di fronti perturbati.

Come per tutto il Nord Ovest italiano, durante la stagione invernale sono frequenti episodi di foehn, con giornate miti, secche e ventose, durante le quali è possibile ammirare un maestoso panorama della cerchia alpina, della Pianura Padana e del Monferrato.

Le stagioni primaverili ed autunnali non presentano sostanziali differenze termiche rispetto alla sottostante pianura, in quanto in condizioni di tempo variabile o perturbato le inversioni tendono ad annullarsi. A causa della maggiore altitudine si registrano comunque temperature mediamente inferiori, soprattutto in occasione di episodi perturbati, durante i quali il paese viene spesso avvolto da una fitta e persistente nebbia.

Durante la stagione estiva tornano a farsi evidenti le differenze termiche rispetto alla pianura: il pur limitato ma presente raffreddamento dovuto all’altitudine, unito alla maggiore esposizione ai venti ed alle correnti d’aria, rendono meno intenso il riscaldamento durante le ore diurne e limitano la sensazione di disagio tipica dei bassi strati afosi prossimi alla pianura. Il numero di giorni con temperatura massima superiore ai 30°C è ridotto, difficilmente si raggiungono punte di 32-33°C, mentre le minime tendono ad essere leggermente più elevate rispetto alla pianura per via dell’instaurarsi di deboli inversioni termiche notturne anche nella stagione calda.

Il regime pluviometrico è del tutto identico a quello dell’area torinese, con minimo principale in gennaio-febbraio, massimo principale in maggio, minimo secondario in luglio e massimo secondario in novembre. Le condizioni più favorevoli per abbondanti precipitazioni sono quelle legate al passaggio di perturbazioni atlantiche in grado di attivare venti meridionali, in modo particolare di scirocco.

Le precipitazioni annuali risultano leggermente inferiori rispetto a quelle del capoluogo, in modo particolare durante la stagione estiva, quando la collina risulta essere interessata con minor frequenza dai temporali che si sviluppano nell’area pedemontana. Per quanto attiene alle nevicate, risultano accumuli sensibilmente più abbondanti rispetto alla sottostante pianura, con frequenti episodi tardivi nei mesi primaverili.